Micrografia ottica [LM]
Il microscopio è stato inventato nel XVII secolo da Antony van Leeuwenhoek, uno scienziato olandese autodidatta.
Con questo nuovo strumento, lo scienziato inglese Robert Hooke scoprì che i tessuti erano fatti di piccolissimi compartimenti, che egli chiamò cellule, poiché apparivano come file di celle monacali in un monastero.
I microscopi ottici di solito hanno due lenti – la lente oculare e la lente obiettivo – che si combinano nel produrre un ingrandimento più grande di quello ottenuto da ciascuna lente da sola.
L’immagine prodotta da un microscopio ottico prende il nome di micrografia ottica (LM).
| microscopi ottici non possono mostrare strutture più piccole della lunghezza d’onda della luce, per cui il loro potere di ingrandimento è limitato a x1250 a luce naturale.
Questo ingrandimento è sufficiente per osservare le cellule e alcune delle loro strutture interne più grosse, come i nuclei.
Questi ultimi sono visibili più chiaramente se marcati con coloranti – una scoperta fatta nel 1872 da un giovane medico italiano, Camillo Golgi, che fece cadere accidentalmente un pezzo di tessuto cerebrale in una soluzione di nitrato d’argento e riscontrò che il composto chimico aveva reso le cellule nervose visibili per contrasto scuro dal resto del tessuto.
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